Sulla Serra di Monte canzoni Luca festeggia il suo traguardo del 200esimo 2000


"Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso" Walter Bonatti. ....ho pensato a questa frase tantissime volte dalle cime appena conquistate, subito dopo essermi tolto lo zaino, averlo buttato accanto all’ometto di pietra e aver guaradato in basso, giù dove la lontananza sfuma i paesini sullo sfondo e li fa apparire ancora più distanti. Vivere l'emozione che può regalare una vetta raggiunta non ha prezzo. Raggiungere il punto più alto, vedere oltre ti fa capire quanto siamo piccoli; il famaso granello di sabbia al cospetto di uno sconfinato deserto. Essere lassù in alto mi da la carica, la voglia di ritrovarmi più spesso possibile vicino alle nuvole, dove toccare il cielo sembra a portata di mano. La maggior parte delle mie uscite durante questo anno pieno di avventure condiviso con i miei amici Aria Sottile sono state così, caratterizzate da quel ritrovare se stessi e condividere emozioni con compagni d’arme che di volta in volta divantavano più complici che semplici conoscenti, più amici. Ai primi duri passi affannati, mentre ci destiamo dal torpore delle lunghe camminate di avvicinamento in macchiana alle nostre desiderate montagne, al corpo che fatica scaldando i muscoli, segue un movimento costante e piacevole ormai con il fiato rotto e con il nostro umore che ne acquista in brio ed in energie fino ad allora nascoste. Oltrepassiamo meravigliosi boschi, lussureggianti versanti, pericolose forre, insidiose roccette e giunti in cima ci sembra di aver attraversato il mondo intero. Quando raggiungiamo la cima siamo vivi...non vorremmo mai scendere. Ma il tempo si sa è tiranno e anche lì la sua costante e brutale realtà ci fa tornare sui nostri passi commentando la splendida esperienza appena trascorsa e fantasticando su ciò che potranno rirservarci le prossime uscite. Ed è così che, week end dopo week end, abbiamo scorrazzato sulle famose vette dell’appennino marcate dalla lista Club 2000m; un elenco che abbiamo commentato più volte contenti di averlo adottato come “bibbia” per le nostre avventure e che ci ha permesso di collegare tra loro itinerari, luoghi e monti che non pensavamo così vicini o di cui non sapevamo neanche l’esistenza. Questo 1° novembre 2011 mi vede tornare dove solo due giorni prima avevo compiuto insieme al solito gruppetto di amici Aria Sottile un meraviglioso giro tra i monti Marsicani e i due Campitello, in cui il nostro grande GDS aveva brindato alla sua 100esima vetta conquistata. Un momento quello celebrato con la solita goliardia che accompagna le nostre passeggiatone e che ho vissuto molto: al mitico Giorgio mi legano molte uscite, di cui diverse fatte sole con lui, e la condivisione di momenti ed emozioni che hanno arricchito tantissimo la nostra amicizia; ci siamo spesso motivati a vicenda alla ricerca di itinerari nuovi o semplicemente diversi da quelli conosciuti e di sabato in sabato abbiamo visto crescere la nostra padronanza del territorio appenninico che di volta in volta ci scopriva suoi tranquilli viandanti. Mio unico compagno questa volta è Drago, al secolo Maurizio, grandissimo camminatore e amante della montagna, già da qualche tempo nostro assiduo compagno d’uscite e con il quale da subito ho instaurato un certo feeling; visto il giorno di festa, potevamo dedicare alla nostra passione solo la mattinata e così ci è venuto spontaneo riprendere il percorso interrotto pochi giorni prima e completare un giro a noi noto toccando le due vicinissime vette La Navetta e Serra di Monte Canzoni (vedi episodio 1, firmato GDS). Proprio nel bel mezzo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove ho iniziato la mia avventura con Aria Sottile centonovantotto vette fa e dove sul suo monte più alto, il Greco, ho toccato la mia centesima vetta sopra i duemila metri, ancora là avrei raggiunto un traguardo che tanto desideravo quanto improbabile lo valutavo ad inizio anno...la mia duecentesima vetta...semplicemente un numero è vero, ma un numero che significava per me essere per duecento volte su altrettanti monti diversi più alti di duemila metri...averli prima studiati durante lo scorrere dei giorni feriali, poi conquistati e conosciuti durante i fine settimana, così come i paesaggi che li incorniciano in panoramiche indescrivibili, dove il mondo sembra fermo e compiaciuto ammirando la suggestione che la natura riesce aa infondere. Una passione questa stimolata ed incitata in primis dal maestro, o “capitano”, o per me in qualche occasione “gran visir”, Tdlemon900, Doriano, a cui devo l’intero percorso fatto fin qui: con lui ho pianificato, fantasticato, creato tante avventure diverse ed affascinanti che mi hanno portato per mano, vetta dopo vetta, cima dopo cima, a conoscere quasi tutte le punte più alte dei nostri meravigliosi appennini; senza la sua spinta, sicuramente oggi non starei scrivendo questa relazione e non avrei conosciuto il fantastico gruppo di amici ai quali, condividendo una passione comune, mi somo legato da qualcosa di ben più grande della semplice etichetta di “compagni d’uscite in montagna”. Come potrei rinunciare alla trascinante risata del mio amico Trechiodi, Mauro, con il quale ho ribattezzato anche una vetta, la Solagne, in Cima MaLu, alla tecnica ed esperienza del mio Fed, Federico, con il quale ho condiviso il famigerato Dente del Lupo e le vette più ardue del Gran Sasso, il grande Solitarywolf, Filippo, che ci ha guidato su per la via dei Laghetti, la coinvolgente allegria del nostro Sguardoadovet, Tommaso, e dei suoi cantucci abruzzesi, i mitici video “Nomadi” del fotoreporter Abruzzotrakking, Fernando, l’instancabile G-55, Giacomo, mio papà, l’alpinista e compagno di bagordi oltre che di montagne Mr. Fix, Fernando, il maratoneta del Semprevisa Fagus, Augusto, il simpatico Simo310, Simone, che riesce a prolungare le uscite con amici del venerdì sera a quelle con noi montanari del sabato mattina, il prossimo “ing.” MDN, Marco o “Marcovaldo”, con le sue delizie beneventane, Oracolo, Alessandro, ed Elena, Mrs. Aria Sottile, il buon Max, Massimiliano, e l’Highlander Diego. A tutti questi amici naturalmente aggiungo tutti coloro che anche con una sola uscita insieme a noi sono riusciti a darci tanto, ma tanto davvero. La giornata si apriva nel migliore dei modi dapprima sotto un firmamento stellato che ci ha accompagnato fino a Scanno e subito dopo lasciata l’auto presso la località Le Prata, vicino al cartello CAI segnalatore dell’inizio del sentiero Y9 (1220 metri circa), al cospetto di un cielo illuminato da tiepidi raggi che la nostra stella ci lanciava a stimolare ancor di più la nostra voglia di conoscere le due punte più alte della Serra che fiancheggiava sulla sinistra il nostro marcatissimo percorso. Il bosco che percorriamo per la gran parte del cammino e che ci porta a ridosso delle due cime obiettivo della giornata, è vestito per le grandi occasioni: i colori brulli del marrone sfumano a tratti in un arancione brillante rendendo difforme il suo manto mosso dalle chiome ondeggiate dal vento; questa uniformità è rotta qua e là da macchie di toni rossastri luminosissimi e da radiosi faggi biondi dorati. Procedere in quest’estasi di sfumature cromatiche ci lascia assorti in molti tratti dello scorrere del marcatissimo viale boscoso; un incedere che in realtà è molto più spedito di quanto non fosse previsto dal cartello CAI iniziale che portava due ore e mezza come tempistica stimata per giungere su La Navetta. Lo Stazzo Ciaccariello situato a circa 1540 metri è raggiunto in poco più di una mezz’ora e in un’ora e diciotto minuti siamo sulla cima numero uno della giornata: i 2011 metri della prima vetta è la quota massima del giorno e ci è, in quel preciso laso di tempo, stranamente appannata da un leggero strato di nubi che ne velano la vetta; non perdiamo troppo tempo dunque; una vista ridotta dai quei pochi cirri e la mia voglia di toccare il punto più alto della serra ci spinge subito giù verso quel piccolo valichetto una cinquantina di metri più in basso che ci slancia euforici verso la cima più alta di Serra di Monta Canzoni. Alla nostra destra si riapre lo scenario vissuto pochi giorni prima: sfumato all’orizzonte si nota il paretone della Serra di Rocca Chiarano; davanti a lui il Godi, per passare alla Capra Morta al centro e proseguendo la cornice ancora verso destra si notano le due punte più alte dei Campitello...che meraviglia....le velature sono ormai dissolte e lunga passeggiata fatta di recente ora è ben evidente ai nostri occhi e ci ipnotizza nel ricordo della bellissima avventura trascorsa in quell’occasione. Ci ridestiamo in pochi minuti...minuti...venti per la precisione che servono per portarci da una meta all’altra delle due fissate per la mattinata...e poi “Finalmente 200!!!!” . La bandiera Aria Sottile sventolava a spron battuto sull’ometto della Serra di Monte Canzoni a 2000 metri precisi di altitudine...quei duemila metri gioco e pallino delle nostre uscite montane. Come per GDS sulla Serra Campitello, salta il tappo della boccia di champagne e, mentre Drago mi fa un book fotografico del momento, festeggio come lo scorso anno sul Greco innaffiando la cima ed il suo ometto con gli spruzzi di una bottiglia ben agitata...poi mi inzuppo il viso nel tentativo di bere al volo...ero alle stelle; in quel momento toccavo davvero il cielo con un dito, lassù limpido e poco più alto di me. Agli abbracci e brindisi, agli sms e alle puntualissime telefonate di Giorgio e di Mauro, segue quell’inspiegabile sensazione di appagamento vissuta lì sulla mia duecentesima vetta, seduto sottovento con Maurizio scherzando e commentando gli splendidi colori d’autunno che ci circondano, mentre consumiamo uno spartano spuntino e finiamo lo champagne...mica potevamo vuotare quel nettare divino lassù!!!!! Riammainata la nostra mitica bandiera, con un passo celere dettato dall’esigenza di piombare nel versante opposto dove fila via il sentiero del ritorno riparato dal vento, divertiti giochiamo a rincorrerci durante la discesa; così torniamo in macchina in una mezz’oretta scarsa toccanto una velocità di punta vicina ai 14 km\h!!!!!!!!!!!!!!!!! Soddisfatti, ci ritroviamo in macchina sulla via del ritorno mentre progettiamo la prossima uscita...la bellissima avventura era finita ed eravamo già pronti per inizarne un’altra... A casa, dopo un lauto pranzo, mi aspettava un graditissimo e bellissimo pensiero: una divina torta sbriciolata al cioccolato con sopra un bel 200 accesso tutto da soffiare!!!!!!! P.S. = la trilogia di questi ultimi racconti si concluderà con il prossimo racconto firmato Tdlemon900.